La strage di Marzabotto

strage di marzabotto

Il 29 settembre 1944 ebbe inizio la strage di Marzabotto, il rastrellamento compiuto dai nazisti che si sarebbe concluso cinque giorni dopo contando 770 vittime

Il feldmaresciallo nazista Albert Kesselring progettò di sterminare i partigiani che operavano all’interno della brigata Stella Rossa. Incaricò di occuparsi della faccenda il comandante Walter Reder che la mattina del 29 settembre 1944 iniziò la distruzione con mezzi pesanti del territorio che circondava la zona del Monte Sole, in provincia di Bologna. Gli abitanti terrorizzati si rifugiarono in chiesa dove furono raggiunti da soldati delle SS che spararono uccidendo il prete e tre anziani. Le altre persone furono radunate al cimitero e fucilate per un totale di 195 morti tra i quali c’erano 50 bambini. I massacri nazisti continuarono nei cinque giorni successivi rastrellando tutti gli abitanti dei comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, portando a 770 vittime. La verità sulla strage cominciò a diffondersi soltanto dopo la Liberazione. Reder fu condannato all’ergastolo nel 1951 ma fu liberato nel 1985 per volere di Bettino Craxi. Gli altri responsabili furono condannati tutti in contumacia.

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