Cannes: una sagra di paese triste. Favorito Dolan. Loach non smette

Abbiamo un nuovo favorito per la Palma, che è Xavier Dolan con il suo Mommy. Io però preferisco concentrarmi sullo zio Ken Loach.

Col suo Jimmy’s Hall,  Loach racconta la storia di una figura dimenticata, quella di Jimmy Garlton che si contrappone alle lobby, ai poteri forti. Una figura contro. Contro tutto contro tutti. Doveva essere il suo ultimo film, ma il buon vecchio zio Ken dice che ci ha di nuovo preso gusto, speriamo bene quindi.

Tralasciando il premio ai cani attori che poco ci interessa, mi pare buona l’idea del film collettivo su Sarajevo dal 1914 a oggi. Spero che non si porti dietro il solito problema dei film episodici e scritti e diretti a più mani, ossia la frammentarietà.

Infine degno di nota il premio della settimana della critica al film ucraino The Tribe.

Per il resto questa edizione del festival di Cannes sta scorrendo via senza vere emozioni. Non si vede all’orizzonte un film veramente di rottura o, almeno, un film capace di rimanere impresso, che già sarebbe pur qualcosa.

Dopo questo, che altro ci dobbiamo dire? Io me l’aspettavo diverso sto Cannes. Più paillettes e lustrini, più hype, non so come dire. Mi da l’impressione di una sagra di paese ma con la gente annoiata. Sarà un’impressione o sarà lo schermo del mac che è opaco e non mi permette di vedere le cose con la giusta luminosità. Non so. Una cosa sento, però. Ci stiamo, cinematograficamente parlando, guardando tutti l’ombelico, arrotolandoci su noi stessi, ma mi spiegherò meglio la prossima volta. Intanto la primavera tarda ad arrivare.

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